Past Food - InTaberna
STORIA E ARCHEOLOGIA DEL CIBO

Past Food, 15.000 anni di cibo al Museo Archeologico di Bolzano

La fame è il miglior cuoco, 15.000 anni fa, così come oggi: questo il mood di “Past Food”, la mostra temporanea ospitata al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano 🏺

La mostra ha lo scopo di curiosare nel menù dei nostri antenati, per analizzare origine, preparazione, conservazione del cibo e utensili utilizzati. Un’attenzione particolare è rivolta alle abitudini alimentari locali e ai reperti archeologici regionali ⛰️

Accanto agli aspetti storico-culturali, questa sfaccettata esposizione rivela come i nostri progenitori non fossero mai a corto di idee per soddisfare il loro appetito e procurarsi le provviste🌾

Prodotti come carne, pesce, miele, cereali e frutti selvatici erano noti sin dagli albori della civiltà. Altri, come legumi, erbe aromatiche e alcune varietà di cereali furono introdotti in Europa dai movimenti migratori che hanno caratterizzato la storia dell’uomo. Le tradizioni alimentari, come la lavorazione del latte o la viticoltura, che oggi conosciamo molto bene, sono state importate dalle regioni mediterranee in epoche diverse ⏳

Cerealicoltura, strumenti agricoli, macine e pani

Gli inizi della cerealicoltura furono decisamente faticosi: i solchi nel terreno venivano creati con l’ausilio di semplici bastoni a guisa di zappa. Solo con l’invenzione dell’aratro fu possibile lavorare più efficacemente la terra e quindi intensificare le colture. Per raccogliere i cereali si utilizzavano falcetti con lame di selce molto taglienti. Nell’età del Bronzo e del Ferro questi vengono sostituiti con attrezzi in metallo ⛏️

Già 30.000 anni fa, nel Paleolitico superiore, i cacciatori non stanziali raccoglievano piante spontanee, tra cui l’avena barbata che veniva poi cotta. La domesticazione dei cereali selvatici ebbe origine nella Mezzaluna Fertile circa 10.000 anni fa, quando gruppi umani stanziali cominciarono a selezionare e coltivare il farro triticum dicoccum e il farro monococco triticum monococcum. Questa nuova fonte nutritiva aveva il vantaggio di essere facilmente conservabile e dunque disponibile a lungo: una vera conquista alimentare 🍞

I cereali venivano stoccati in appositi recipienti e consumati così come facciamo oggi, vale a dire sotto forma di pane o più spesso cotti insieme a carne, pesce, erbe e verdure. Per la cottura si utilizzavano recipienti di terracotta, che venivano messi direttamente nel fuoco o posati su cavalletti 🫕

Le macine esistevano già prima della scoperta dei cereali. Erano le cosiddette macine a sella, costituite da una pietra abbastanza piatta e da un ciottolo più piccolo, chiamato macinello, che veniva trascinato avanti e indietro con entrambe le mani. Nel IV secolo a.C. furono soppiantati in Alto Adige dalle macine a leva di provenienza etrusca, a loro volta sostituite nel I secolo a.C. dalle macine rotatorie di tradizione romana 🏺

Nel carosello fotografico potrete notare un pezzo di pane, due esemplari di macine oltre ad alcuni esemplari di falcetti e zappe 🏺

La caccia, l’allevamento e la cottura della carne

All’incirca 2,5 milioni di anni fa, l’uomo aggiunse la carne alla sua dieta, sino ad allora vegetariana. Questo fu un passo determinante per l’evoluzione della nostra specie 🍖

A rendere sistematico il consumo di carne furono due fattori: la caccia attiva, introdotta dall’Homo Erectus 600mila anni fa, e la capacità di controllare il fuoco. La cottura facilitava la masticazione dei cibi agevolando l’assorbimento di grassi e proteine: in questo modo il cervello umano iniziò a crescere di volume, sino a raddoppiare 🧠

L’uomo preistorico consumava tutto l’animale, comprese le frattaglie che venivano cotte come stufato. Da 2600 anni è attestato anche il consumo di sanguinaccio. Per conservarla a lungo, la carne veniva affumicata o messa sotto sale 🧂

I tagli freschi venivano spesso cotti alla griglia aiutandosi con spiedi e forchettoni 🍢

L’allevamento del bestiame portò numerosi vantaggi. Se prima la disponibilità di proteine animali dipendeva dal successo delle battute di caccia, ora l’uomo poteva contare su scorte durevoli e selezionate. I principali fornitori di carne nell’Alto Adige preistorico erano bovini, pecore e capre 🐮

Nel carosello fotografico, oltre a coltelli, forchettoni, attizzatoio e spiedi potrete osservare la rappresentazione di un’ascia da macello sulla cista cordonata di Appiano (V sec. a.C.) 📷

La domesticazione del’uva selvatica e la produzione di vino

Molto prima che vegetali come il pisello, la lenticchia o il fico venissero addomesticati, l’uomo già se ne cibava raccogliendoli in natura. Leguminose, bacche ed erbe spontanee consentivano di integrare o addolcire le pietanze a base di cereali, carne e pesce 🍐

Attraverso interventi mirati, l’uomo ne mutò progressivamente la morfologia al fine di rendere queste specie più produttive e funzionali alla propria dieta. Dalle piante selvatiche nacquero così le piante coltivate 👨‍🌾

Ancora oggi non è chiaro quando si cominciò a fare vino in Alto Adige. Vinaccioli di vite selvatica sono documentati in numerosi siti della regione a partire dalla metà del V millennio a.C., anche se questo non significa che già allora si bevesse vino 🍷

Le prime importazioni di questa bevanda coincidono presumibilmente con gli intensi scambi che intercorrevano nel VI secolo a.C. tra la popolazione retica locale e la cultura etrusca 💰

Rinvenimenti di botti e di attrezzi specifici, come ad esempio una roncola da vigna, attestano Invece una produzione locale di vino a partire dal V secolo a.C. ⛏️

Nel carosello fotografico vi proponiamo una serie di reperti legati all’Archeologia del Vino: roncole, colini e mestoli ma anche una brocca a becco, alcune anfore, bottiglia e bicchiere di vetro e la riproduzione di una scena di bevuta da una situla rinvenuta a Kuffern in Austria e risalente al V a.C. 🏺